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Archivio di Stato di Rieti

Restaurazione

Proclamazione degli eletti quali rappresentanti del popolo dell'Assemblea costituente dello Stato romano per la provincia di Rieti (ASRi, Comune di Rieti, Carteggio amministrativo, b. 474)

Con la Restaurazione, il Reatino e la Sabina, con altri territori delle province che avevano fatto parte dell'impero francese, furono posti sotto la reggenza provvisoria di monsignor Ludovico Gazzoli, patrizio di Terni e delegato apostolico di Spoleto, fino al 1816. Per questa fase ci si deve pertanto volgere all'archivio della Delegazione apostolica di Spoleto, consultabile presso la Sezione di Archivio di Stato di Spoleto dell'Archivio di Stato di Perugia, all'interno del quale sono disponibili le carte inerenti al territorio reatino e sabino per il biennio di reggenza di Gazzoli.

Nel 1816 fu istituita la Delegazione apostolica di Rieti, il cui fondo è disponibile presso l'Archivio di Stato di Rieti. Esso copre gli anni che vanno dal 1816 al 1860 (con documenti fono al 1870) e di esso l'Istituto ha anche approfondito, con uno specifico inventario, la ricchissima serie Culto. Per gli anni 1824-1827, durante i quali esistette una Delegazione apostolica di Spoleto e Rieti, e per il quadriennio 1827-1831, che vide Rieti tornare sotto una delegazione esclusivamente spoletina, si devono invece tornare a interrogare i fondi Delegazione apostolica di Spoleto e Rieti e Delegazione apostolica di Spoleto, entrambi presso la sezione di Spoleto.

Sul fondo della Direzione provincilale di polizia (1816-1860), strettamente connesso a quello della Delegazione apostolica e del quale si stanno cercando di chiarire meglio anche i rapporti propriamente archivistici con quest'ultimo, è in corso un lavoro di nuova schedatura nella prospettiva di dotarlo di un inventario analitico. Al momento, infatti, esso è attingibile solo mediante un elenco di consistenza che non informa sul contenuto delle buste, ma si limita a fornirne gli estremi cronologici e a segnalare i registri di protocollo e le rubricelle.

A questi due archivi, che da soli ammontano a quasi 1500 unità tra buste e registri, vanno aggiunti quelli dei Governi di Rieti (1814-1860, con i suoi protocolli di attici civili e comunali compresi nel fondo della Pretura di Rieti), di Canemorto (l'odierna Orvinio, 1819-1861, con i suoi 65 volumi di atti criminali dal 1819 al 1848 e le 10 buste di corrispondenza, bandi, editti e circolari dal 1822 al 1861), di Fara Sabina (1816-1860), di Magliano Sabina (1814-1860, atti civili e criminali), di Poggio Mirteto (1816-1860, atti civili e militari) e di Roccasinibalda (compreso nel complesso documentario del Governo di Longone di San Salvatore Maggiore e Roccasinibalda). Consistente è la parte del fondo del Tribunale di Rieti relativa agli anni 1815-1861.

Per gli anni tra il 1816 e il 1861 sono presenti in Archivio di Stato i 52 registri di atti civili pubblici, i 69 registri di introito atti privati, i 37 registri di introito atti giudiziari, i 15 registri di successione e i 31 registri di tavole alfabetiche di archiviazione dell'Amministrazione del registro e archiviazione nello Stato pontificio, confluiti nell'archivio dell'Ufficio del registro di Rieti. A questo materiale va aggiunto quello degli analoghi uffici di Orvinio (da rintracciare all'interno del fondo Catasti pontifici) e di Poggio Mirteto. Un lavoro di enucleazione delle fonti per questo periodo andrebbe compiuto anche per le Cancellerie del censo di Rieti (da rintracciare all'interno del fondo Ufficio distrettuale delle imposte dirette di Rieti), di Canemorto (da rintracciare all'interno del fondo Ufficio distrettuale delle imposte dirette di Orvinio) e di Poggio Mirteto (da rintracciare all'interno del fondo Ufficio distrettuale delle imposte dirette di Poggio Mirteto).

Un discorso a parte deve essere fatto, come al solito, per i territorio dell'ex regno meridionale, per questo periodo denominabile correttamente delle Due Sicilie. L'Archivio di Stato di Rieti detiene per quest'epoca i fondi dei Giudicati circondariali di Antrodoco (1815-1860), di Borbona (1815-1860), di Borgocollefegato (l'odierna Borgorose, 1815-1865), di Cittaducale (1815-1860), di Leonessa (1815-1860) e di Mercato (1805-1860). Questi archivi, che nell'insieme contano all'incirca 1500 unità tra buste e registri di atti civili e criminali, sono da integrare con il fondo del Giudicato circondariale di Amatrice (1809-1860) e con quello della Sottintendenza e Sottoprefettura di Cittaducale, entrambi conservati all'Aquila, ma con il secondo disponibile in formato digitale e con inventario presso l'Istituto di Rieti (in caso di consultazione e di citazione, le unità archivistiche afferenti al fondo devono essere correttamente accreditate come parte del patrimonio dell'Archivio di Stato dell'Aquila).

 

 

 

 



Ultimo aggiornamento: 29/02/2024